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DIAVOLO DI UN MILAN

Bellezza iniziale, brivido finale: si potrebbe riassumere così il successo del Milan, che passa sul campo del Sassuolo e mantiene la testa della classifica. La squadra di De Zerbi, freddata dal gol più veloce della storia del calcio europeo, impiega troppo a risvegliarsi e nonostante l’aggressività e il pressing totale messi in campo nel secondo tempo non riesce a acciuffare neppure un punto. Prima Rafael Leao, dopo appena 6 secondi e 80 centesimi, con uno schema provato e riprovato in allenamento. Calcio d’inizio: Leao-Calhanoglu-Leao. Un fulmine. E una bellezza anche la giocata del portoghese sul presunto raddoppio di Saelamakers, al nono minuto, che poi viene annullato dal Var per un fuorigioco del belga che vizia l’azione in precedenza.

CI PENSA THEO

Nel posticipo dell’11^ giornata di Serie A, il Milan pareggia in rimonta 2-2 in casa contro il Parma e si porta a +3 sull’Inter. Ducali subito avanti con Hernani (13′), poi la reazione dei rossoneri sbatte contro i legni: traversa di Diaz e incrocio dei pali di Calhanoglu, entrambi al 40′, e palo del turco su punizione al 46′. Il fantasista colpisce un’altra traversa al 51′, cinque minuti dopo il Parma raddoppia con un colpo di testa di Kurtic (56′). Una doppietta di Hernandez (58′ e 91′) evita il primo ko a Pioli.

PIOLI SI GODE LA FUGA

Nel posticipo della 10^ giornata di Serie A, il Milan batte 2-1 la Sampdoria e riprende la fuga in campionato, con 5 punti sull’Inter e 6 su Juve e Napoli. A Marassi decidono le reti di Kessie su rigore al 45′ (tocco di braccio di Jankto) e Castillejo (77′), entrato pochi secondi prima al posto di Saelemaekers. All’82’ accorcia Ekdal. Per i rossoneri anche due pali, prima di Tonelli che nega sulla linea un gol a Rebic (39′) e poi di Tonali al 47′.

PIOLI RINGRAZIA TUTTI

Il Milan non si ferma più. Nonostante l’assenza del totem Ibrahimovic, i rossoneri battono la Fiorentina 2-0 e conquistano così il ventunesimo risultato utile in serie A, allungando a +5 sulle seconde, in attesa della sfida della Roma a Napoli. Il successo ai danni dei viola si concretizza nel primo tempo, grazie alle reti di Romagnoli e Kessié su rigore. Spirito di squadra, ottima condizione fisica, automatismi consolidati, cinismo sotto porta e perfino una giusta dose di fortuna: gli ingredienti alla base del primato della squadra di Pioli sono tanti e la loro alchimia perfetta caratterizza anche la sfida contro i viola.  

UMILTA’ E CARATTERE

Nel posticipo dell’8^ giornata di Serie A, il Milan batte 3-1 il Napoli al San Paolo, e rimane da solo in vetta alla classifica. L’assoluto protagonista è Zlatan Ibrahimovic: lo svedese sblocca il match al 20′ di testa, poi raddoppia di ginocchio al 54′. Gli azzurri tornano in partita con Mertens (63′), ma Bakayoko si fa espellere 2′ dopo e spegne i sogni di rimonta. Al 78′ Ibra esce per un problema al flessore della coscia sinistra. Tris di Hauge al 95′.

SEMPRE IN TESTA

Diceva il buon saggio e vecchio Boskov, “quando una partita non riesci a vincerla, non perderla, perchè non sono punti persi”. Nel posticipo che chiude la settima giornata di Serie A il Milan pareggia 2-2 in rimonta col Verona e manca l’allungo in vetta alla classifica. Nel primo tempo l’Hellas va in vantaggio di due gol grazie a Barak (6′) e a un autogol di Calabria (19′), poi i rossoneri accorciano le distanze con un’autorete di Magnani (27′). Nella ripresa gli uomini di Pioli aumentano la pressione e fa tutto Ibra: Zlatan prima fallisce un rigore (65′), poi centra una traversa e pareggia al 93′ di testa. 

ANGELO GAETA

Non sono passate ancora 24 ore e già ci manchi tantissimo, caro Angelo questo proprio non lo dovevi fare lasciarci così proprio adesso che la nostra bellissima squadra cominciava a regalarci qualche soddisfazione. Se io penso al Milan non riesco che a non pensare a te, sono talmente tanti i ricordi che ci legano che non saprei da dove cominciare, 8 finali di Champions viste tutte al tuo fianco piangendo e gioendo allo stesso modo, innumerevoli partite in casa a Milano, ma soprattutto fuori casa all’estero, su tutti uno dei miei ricordi più piacevoli fu la trasferta organizzata da Franco Amantea in 2 giorni nel 2006 a Barcellona, anche se non passammo il turno in Champions facemmo una bellissima figura davanti a 90000 spagnoli, ma soprattutto ci divertimmo come dei ragazzini tutti e tre, dopo la partita in una pizzeria sulle Ramblas Franco ordinò 2  cervezas, e tu con una delle tue uscite dicesti, no por favor a me me gusta una birra, stramazzammo tutti e tre a terra compreso la cameriera. Questo era Angelo buonissimo genuino e sempre per gli altri, ultimamente invece di parlare del Milan il nostro argomento preferito erano i nostri nipotini Santiago ed Albachiara e mi diceva che ero molto fortunato ad averla sempre con me, mentre lui si doveva accontentare di guardarlo solo su Skipe. Angelo ti voglio un mondo di bene e ci mancherai moltissimo, tutto quello che hai fatto in 40 anni per la nostra associazione regionale non andrà vanificato perchè già da domenica sera i tuoi amici più fedeli hanno raccolto il tuo testimone.  Voglio salutarti con una delle tua frasi più belle “Ci je bell a jes du Milan”

Arrivederci Presidente 

MASSIMO GIROLAMI

TUTTI CON IBRA

Ibra stellare. Decisivo, ancora una volta. Protagonista, con un assist e un gol in acrobazia nel finale regala altri tre punti al Milan, che sale a quota 16, sempre da solo in vetta alla classifica. Lo svedese eguaglia il suo record e quello di Shevchenko: va a segno per la sesta gara consecutiva in campionato. C’era riuscito già nel 2012. Questa volta non ha realizzato la doppietta, come nelle tre gare precedenti, ma l’assist per Kessié e il gol all’83’ sono tanta roba lo stesso.

DIAVOLO D’ALTA QUOTA

Il Milan vince il derby 2-1 contro l’Inter e si porta in vetta solitaria a punteggio pieno in Serie A dopo quattro giornate. Reti tutte nel primo tempo con protagonista assoluto Zlatan Ibrahimovic, autore di una doppietta tra il 13′ e il 16′, prima ribadendo in rete il rigore sbagliato (parata di Handanovic) e poi approfittando di un assist di Leao. Sterile la reazione nerazzurra porta al sigillo di Lukaku, ma non basta agli uomini di Conte.